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Visualizzazione dei post con l'etichetta micam

Report from Micam Fair, March 2011. One very interesting Japanese shoe designer and shoe artisan: Tetsuya Uenobe

I visited Micam fair and met this Japanese shoe designer and shoe maker, a very talented artisan, named Tetsuya Uenobe. He manufactures handmade shoes with smart and very interesting designs. Here is an example of his work. More info at http://uenobe.googlepages.com/ or if you are in Japan go visit him in Hyogo

Report da ultimo Micam

L'ultima edizione del Micam è stata al solito interessante, ma iper stressante: padiglioni enormi, microclima micidiale, km da percorrere, etc. Il mio punto di vista di vista è questo: pochi concetti nuovi, poca ricerca, molti produttori hanno presentato, al solito, quelle calzature che si creda possano vendere meglio e di conseguenza tutti producono lo stesso tipo di modello, dandosi la zappa e la zeppa sui piedi. In generale l'aria che si respirava, nelle enormi hall del Micam , era depressa! Anche se poi il TG Regione di Rai3 ha detto che tutto è in ripresa, che i compratori erano tantissimi e che le aziende calzaturiere avevano già un bel po' di ordini scritti! E io mi sono chiesta, ma era la stessa edizione che ho visitato io? Allora tutte le persone che attendevano sulla porta del loro stand vuoto, me le sono immaginate? E i corridoi areggiati, senza gente?  pure? E i discorsi sconsolati che ho udito? pure quelli erano falsi? Dopo il Micam , per chi...

Le fiere del Micam e di Lineapelle sempre più ravvicinate

Questa stagione le fiere del Micam e di Lineapelle sono ravvicinatissime: ad una decina di giorni l'una dall'altra. Allora ci si chiede ma perchè non farle nelle stesse date e nello stesso luogo? tipo a Milano, in modo che gli addetti ai lavori possano ottimizzare la visita, anche se diventerebbe una doppia visita assai faticosa ma anche andare in giro due volte nello stesso mese per fiere non è il massimo che ci si possa augurare. Penso anche agli stranieri che dovranno fare avanti e indietro con l'Italia a distanza di solo dieci giorni. E poi in momenti di crisi come questi come mai si pensa di far stancare e spendere tanti soldi ad addetti ai lavori che magari avrebbero anche da lavorare? e che invece sono costretti a ravvicinare le ricerche e le visite a due fiere a cui non possono rinunciare? Servirebbe una concertazione migliore e una visione più umana delle fiere, ma anche del lavoro.