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Report da ultimo Micam

L'ultima edizione del Micam è stata al solito interessante, ma iper stressante: padiglioni enormi, microclima micidiale, km da percorrere, etc.

Il mio punto di vista di vista è questo: pochi concetti nuovi, poca ricerca, molti produttori hanno presentato, al solito, quelle calzature che si creda possano vendere meglio e di conseguenza tutti producono lo stesso tipo di modello, dandosi la zappa e la zeppa sui piedi.

In generale l'aria che si respirava, nelle enormi hall del Micam, era depressa!

Anche se poi il TG Regione di Rai3 ha detto che tutto è in ripresa, che i compratori erano tantissimi e che le aziende calzaturiere avevano già un bel po' di ordini scritti!

E io mi sono chiesta, ma era la stessa edizione che ho visitato io?

Allora tutte le persone che attendevano sulla porta del loro stand vuoto, me le sono immaginate?

E i corridoi areggiati, senza gente?  pure?

E i discorsi sconsolati che ho udito? pure quelli erano falsi?

Dopo il Micam, per chi resiste ed è molto giovane, di solito si prova pure a fare il giro in città, per vedere le vetrine e che aria tira... depressa!

Ma rispetto alla fiera, le vetrine dei negozi di Milano centro erano piene di vere bellezze, scarpe che ti rimettono al mondo per il livello di ricerca, per i pellami, per la diversità delle proposte.

Io questa ricchezza non l'ho vista in fiera.

Allora forse i calzaturieri dovranno ancora partorire ulteriori nuove idee per la prossima stagione invernale, oltre che estiva (visto che ormai al Micam si portano i campionari pronti e quelli programmati).

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