Ringrazio ItalianShoes.com per la bellissima recensione, riportata qui di seguito, alla mia ultima pubblicazione:
Il futuro per le calzature fashion è l’eco-design
Cos’è e come si è evoluto, quali materiali e processi produttivi implica nel libro di Anna Paola Pascuzzi
Il benessere delle persone e del pianeta comporta una evoluzione-rivoluzione di come concepire il prodotto e la sua circolarità che vede al centro l’eco-design, argomento approfondito da Anna Paola Pascuzzi, ricercatrice e docente all’Università Sapienza di Roma e all’Accademia del Lusso di Milano, footwear designer e product manager, nel libro L’eco-design per calzature fashion. Metodologie e materiali.
Eco-design – indicato dalla Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari quale metodologia progettuale e produttiva da applicare nel 2030 – perchè la sostenibilità entra in ogni passaggio della filiera, dalla materia prima al risparmio di acqua ed energia, alla durabilità del prodotto e al suo fine vita. Questo comporta anche una consapevolezza dei materiali da utilizzate, stando attenti a non cadere nei tranelli del green washing e della falsa comunicazione, come l’autrice spiega nell’introduzione. Ecco dunque che è necessario chiarire in cosa consiste l’eco-design: “significa adottare nuovi principi di progettazione, includendo lo studio dell’intero ciclo di vita del prodotto, implicando la scelta dei materiali che devono essere ecologici, non tossici, riutilizzabili e riciclabili. Vuol dire ripensare i prodotti per renderli redditizi, eliminando elementi inutili e rischiosi per l’ambiente e riprogettando la loro funzionalità”.
Nel secondo capitolo si indaga come l’eco-design sia parte della slow fashion, movimento nato sulla scia dello Slow Food, che riporta l’umanità in armonia con la natura, recuperando il rapporto con la cultura e le realtà locali.
Nel capitolo successivo si approfondiscono argomenti quali i materiali da preferire e quelli da escludere, la metodologia della modularità, legata alla facilità di assemblaggio e disassemblaggio dei prodotti, il Life Cycle Assessment (LCA),che aiuta i designer nella scelta ecologica attraverso il riciclo di materiali inutilizzati delle passate collezioni, e come ridurre il Product Environmental Footprint (PEF). Il quinto capitolo è dedicato al Product Life Cycle (PLC) e come il prodotto interagisce con l’ambiente; l’autrice si sofferma sull’upcycling e sul PSS (Product service system). Nel sesto capitolo si delinea l’impatto dell’eco-design sul ruolo non solo del designer, che deve essere sempre più connesso con la supply chian, ma anche de consumatori finali “veri fautori di cambiamenti significativi e responsabili della durata dei prodotti”.
La parte finale del libro è dedicata alla ricerca fatta online, sui siti ufficiali di vendita di brand quali Armani, Tod’s Gucci, Prada, Casadei, Sergio Rossi, Giuseppe Zanotti e altri, per capire come e quanto sia stato fatto in termini di sostenibilità nelle calzature di questi marchi, analizzando materiali e lavorazioni di quei prodotti dichiarati “eco”. Per arrivare alla conclusione che nei siti di vendita dei brand alto di gamma studiati ci sono pochi esempi di calzature con elementi sostenibili. La strada verso la sostenibilità è ancora lunga!
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