Recentemente sono stata contattata da un Head Hunter per una posizione in linea col mio profilo, è stato un colloquio telefonico, che precede probabilmente un incontro vis a vis.
Come ho affrontato il colloquio?
Premetto che avevo sotto gli occhi il mio Cv e un foglio su cui prendere appunti, ho risposto alle domande della cacciatrice di teste con dovizie di particolari sull'attività svolta, su chi reputo siano gli stilisti che mi interessino dal punto di vista della ricerca e su come lavoro ad un progetto.
La mia impressione è stata positiva: ho trovato una head hunter che, dall'altra parte della cornetta, è parsa intelligente, acuta e sensibile a quanto detto.
Per quanto positivo il bilancio del colloquio, ho comunque avuto la sensazione di non essere stata capita fino in fondo, certo meglio di tante altre volte, ma mi rendo conto ancora una volta che purtroppo la maggior parte degli Head Hunters sono all'asciutto, in parte se non totalmente, di come funzioni davvero il settore calzature e non parlo di uffici stile, ma di tutto il settore.
Molti head hunter non hanno idea di cosa comporti produrre collezioni e prototipi di calzature, non sanno quanta fatica comporti progettare, organizzare e arrivare alla collezione e se poi parli di tecnica calzaturiera, dicono che sei più tecnica che non stilista (!).
Come mai non intuiscono e non immaginano che le scarpe per essere prodotte hanno bisogno anche di una conoscenza minima della tecnica? almeno una conoscenza di base! non dico tanto, ma un minimo!
Se si disegna su forma sembra che sia quasi un insulto, mentre, nella realtà, le scarpe più sono curate nella loro intera progettazione meglio è, ma questo pare non interessare molto ai cacciatori di teste e infatti poi i risultati nefasti si vedono: non è un caso se i negozi sono pieni di scarpe belline a vedersi ma non calzabili.
Vorrei ricordare che il prodotto calzatura è un prodotto a tre dimensioni, va indossato soprattutto e non solo disegnato su carta, o al pc, non basta tirare fuori nuove idee e originali, no, serve realizzare scarpe su forma anatomicamente corrette, calzature che possano davvero entrare ai piedi.
Rarissime volte mi è capitato di incontrare persone all'altezza nei colloqui fatti, la maggior parte invece, ho parlato con persone/cacciatori di teste che pretendono di conoscere il settore e lo dichiarano con sicumera, ma di fatto sono assenti quando conferisci con loro, quasi indifferenti per non dire che sembrano registratori rotti, che apparentemente ascoltano ma di fatto pensano ad altro e in concreto non sanno assolutamente nulla né di te, che fino a quel momento hai descritto chi sei, né hanno inteso cosa sai fare.
Spesso, per esperienza personale, ho notato che le head hunters femminili sembrano più attente, riflettono su quanto dici loro e forse capiscono o almeno intuiscono cosa potenzialmente puoi dare all'azienda per cui fanno ricerca, mentre sul lato maschile, purtroppo, la musica cambia e di parecchio.
Comunque, rare volte ho incontrato head hunters capaci fino in fondo di capire il lavoro degli stilisti, molto spesso semplicemente non ti ascoltano.
Un altro gravissimo errore che questi professionisti commettono, spesso, è confondere il ruolo dello stilista con quello del modellista e allora capita che modellisti dalla corposa esperienza presso brand super noti (oppure anche senza, magari mettevano i chiodi e basta), siano chiamati per fare colloqui per posizioni di stilista e magari, però, non hanno nessun background né di storia della moda, né di marketing, né di impostazione stilistica della collezione (il background tecnico si spera che almeno lo abbiano all'attivo), tanto meno sono capaci a fare ricerca e a produrre idee nuove.
Ma che importa? tanto ha lavorato per tal dei tali! anche se faceva solo il tagliatore...Insomma, auspichiamo che le cose migliorino e che anche chi seleziona gli stilisti inizino a capire meglio il settore.
Questo post è aperto a commenti, se vi va.
Come ho affrontato il colloquio?
Premetto che avevo sotto gli occhi il mio Cv e un foglio su cui prendere appunti, ho risposto alle domande della cacciatrice di teste con dovizie di particolari sull'attività svolta, su chi reputo siano gli stilisti che mi interessino dal punto di vista della ricerca e su come lavoro ad un progetto.
La mia impressione è stata positiva: ho trovato una head hunter che, dall'altra parte della cornetta, è parsa intelligente, acuta e sensibile a quanto detto.
Per quanto positivo il bilancio del colloquio, ho comunque avuto la sensazione di non essere stata capita fino in fondo, certo meglio di tante altre volte, ma mi rendo conto ancora una volta che purtroppo la maggior parte degli Head Hunters sono all'asciutto, in parte se non totalmente, di come funzioni davvero il settore calzature e non parlo di uffici stile, ma di tutto il settore.
Molti head hunter non hanno idea di cosa comporti produrre collezioni e prototipi di calzature, non sanno quanta fatica comporti progettare, organizzare e arrivare alla collezione e se poi parli di tecnica calzaturiera, dicono che sei più tecnica che non stilista (!).
Come mai non intuiscono e non immaginano che le scarpe per essere prodotte hanno bisogno anche di una conoscenza minima della tecnica? almeno una conoscenza di base! non dico tanto, ma un minimo!
Se si disegna su forma sembra che sia quasi un insulto, mentre, nella realtà, le scarpe più sono curate nella loro intera progettazione meglio è, ma questo pare non interessare molto ai cacciatori di teste e infatti poi i risultati nefasti si vedono: non è un caso se i negozi sono pieni di scarpe belline a vedersi ma non calzabili.
Vorrei ricordare che il prodotto calzatura è un prodotto a tre dimensioni, va indossato soprattutto e non solo disegnato su carta, o al pc, non basta tirare fuori nuove idee e originali, no, serve realizzare scarpe su forma anatomicamente corrette, calzature che possano davvero entrare ai piedi.
Rarissime volte mi è capitato di incontrare persone all'altezza nei colloqui fatti, la maggior parte invece, ho parlato con persone/cacciatori di teste che pretendono di conoscere il settore e lo dichiarano con sicumera, ma di fatto sono assenti quando conferisci con loro, quasi indifferenti per non dire che sembrano registratori rotti, che apparentemente ascoltano ma di fatto pensano ad altro e in concreto non sanno assolutamente nulla né di te, che fino a quel momento hai descritto chi sei, né hanno inteso cosa sai fare.
Spesso, per esperienza personale, ho notato che le head hunters femminili sembrano più attente, riflettono su quanto dici loro e forse capiscono o almeno intuiscono cosa potenzialmente puoi dare all'azienda per cui fanno ricerca, mentre sul lato maschile, purtroppo, la musica cambia e di parecchio.
Comunque, rare volte ho incontrato head hunters capaci fino in fondo di capire il lavoro degli stilisti, molto spesso semplicemente non ti ascoltano.
Un altro gravissimo errore che questi professionisti commettono, spesso, è confondere il ruolo dello stilista con quello del modellista e allora capita che modellisti dalla corposa esperienza presso brand super noti (oppure anche senza, magari mettevano i chiodi e basta), siano chiamati per fare colloqui per posizioni di stilista e magari, però, non hanno nessun background né di storia della moda, né di marketing, né di impostazione stilistica della collezione (il background tecnico si spera che almeno lo abbiano all'attivo), tanto meno sono capaci a fare ricerca e a produrre idee nuove.
Ma che importa? tanto ha lavorato per tal dei tali! anche se faceva solo il tagliatore...Insomma, auspichiamo che le cose migliorino e che anche chi seleziona gli stilisti inizino a capire meglio il settore.
Questo post è aperto a commenti, se vi va.